Scrivo Questo piccolo post per tentare di spiegare, per quanto mi è possibile, il concetto del “militante” inteso all’italiana e invece il concetto di “movimentismo” all’Europea.
In Italia è in voga nei partiti politici, movimenti et similia, il concetto del “militante” e della politica da strada, inteso come un movimento, che fa le sue manifestazioni, fa attacchinaggio di volantini, si “conquista” il suo spazio per strada picchiando qualche antifascista e poi se ne va a casa.
Questi partiti non fanno formazione culturale, spesso i militanti sono poco istruiti, se non del tutto ignoranti dei caposaldi di quella che dovrebbe essere la “controcultura d’area” molti di loro non sanno nemmeno chi sia un Adriano Romualdi o un Evola, non parliamo poi di un Rimbotti o un Silvano Lorenzoni.
I partiti d’area italiana sono semplici partiti neo-fascisti con pochi capi istruiti ed il resto tutti “militanti” poco o male preparati, ma molto forti fisicamente, il concetto base del “fascio” che milita è “meni?” bene sei dei nostri “non meni?” vattene a fanculo!
Il criterio di selezione NON in base alle idee, alla preparazione o al coraggio, ma solo in base a quanto sembri cazzuto e da quanto tempo militi, la gerarchia non è in base al merito, ma all’anzianità e al livello di cazzutaggine, le idee sono le solite, spesso mal diffuse e soprattutto con un atteggiamento a volte anche maleducato ed intimidatorio, una signora di 70 anni per intenderci se si vede un energumeno tutto palestrato con la toppa col gladio e un’espressione truce dipinta sul volto dirle “pigliati ‘sto volantino” non si sentirà mai vicina a questo o questi individui e, nonostante magari in quel volantino ci siano scritte le cose più giuste di questo mondo, finirà sempre col rigettare il messaggio che queste persone vogliono portare.
Ecco perché spesso e volentieri i partiti italiani sono indietro anni luce rispetto ai partiti europei, più in linea coi nostri tempi e soprattutto con le esigenze del popolo.
Altra grossa pecca è il gerarchismo e la mancanza di idee e di menti all’interno dei movimenti d’area italiani, chi ha nuove idee o comunque proposte da fare, o non viene ascoltato, poiché non mena, oppure se si guadagna sul campo il diritto di parola menando a qualche antifascista, non può comunque dire più di tanto perché le idee vengono dall’alto e le direttive non si discutono, in sostanza un vecchio militante può dire che bisogna accettare i meticci perché fa figo e per “non passare per razzisti” e verrà sistematicamente ascoltato, mentre un neofita che per giunta non ha ancora menato a nessuno può spiegare il concetto di razza con prove scientifiche e giustificazioni condivisibili ma verrà ignorato o deriso perché non mena o perché ha osato contrastare il parere del camerata tal dei tali.
In sostanza non conta il fatto di dire cose giuste, ma di chi le dice, questo limita fortemente l’afflusso di nuove idee o di proposte innovative.
Intendiamoci, se si ha buone idee e militanti molto preparati, ma codardi il muso per strada non lo metti! E ti devi accontentare di esporle a due o tre persone o in uno spazio internet… se si vuole andare da qualche parte ci vuole sia la mente che il braccio, i militanti conquistano lo spazio ma le menti organizzano il gruppo e danno nuove idee e nuove iniziative, il movimentismo deve creare centri di aggregazione in cui TUTTI devono essere ammessi, fare movimentismo vuol dire fare formazione psico-fisica dalla palestra, alla diffusione di materiale identitario, non conforme, significa fare azioni sociali per il popolo, significa creare identità e senso di appartenenza, se la gente vede una manifestazione con si, i militanti in tenuta skin o d’area schierati per proteggere le manifestazioni, ma vede anche gente tutta preparata e ben schierata argomentare ciò che diffonde, con aggregazione di massa in vestiti casual, allora si che si può secondo me sentire spinta ad accettare le idee del gruppo.
Se invece vede un gruppo chiuso in sé stesso compiere meccanicamente le azioni ordinategli avverrà l’esatto contrario, la gente deve essere coinvolta e spinta ad aggregarsi soprattutto tramite azioni sociali, es. come il super mercato low cost per Greci fatto da Alba Dorata.
Ultimo ma non meno importante è l’attualità degli argomenti, se un movimento, partito vuole arrivare alle masse deve in sostanza parlare di cose attuali ed evergreen, cose che interessano a tutti: es. di fiume non frega niente a nessuno, salvo qualche irredentista, di ricordare il fascismo e salò idem, del Signoraggio Bancario, del problema dei prodotti cinesi, dell’immigrazione e dell’identità nazionale e razziale invece si!
Il fascismo esisteva per proteggere il popolo italiano, quindi il fine non è il fascismo, ma il popolo italiano o meglio bianco europeo, nel 2012 più che mai c’è bisogno di creare appartenenza storica e identitaria tra la gente, tutto il resto è roba vecchia.